martedì 16 marzo 2010

Cantare quando si ha voglia di piangere, sorridere quando si ha voglia di gridare... ma perchè mai?!


L'otto marzo è ormai trascorso da una settimana, ma solo negli ultimi giorni ho deciso di scrivere questo post.
In genere tutti gli anni, in occasione della festa della donna, vedo questo messaggio spuntare un po' dappertutto... mi arriva tramite sms da parte di questa o quella conoscente, lo vedo scritto su innumerevoli siti, blog e forum di vario genere. Quasi sempre siti, blog e forum al femminile. Il messaggio suona più o meno così:
Una donna ha una forza che sorprende l'uomo. Può controllare guai. Cresce i propri figli, sopporta le difficoltà, porta carichi pesanti. Mantiene gioia ed amore. Sorride quando ha voglia di gridare. Canta quando ha voglia di piangere. Piange quando è felice. Ride quando è spaventata. Il suo amore è immenso. L'unica cosa di sbagliato in lei è che a volte dimentica quanto vale.
Non so chi abbia inventato questo messaggio così "poetico", e non è così importante saperlo. Ma trovo abbastanza preoccupante il fatto che riscuota un incredibile successo fra tante donne, le quali sembrano identificarsi e compiacersi di quest'auto-celebrazione.
Ciò che più mi colpisce di questo messaggio è la parte centrale: Sorride quando ha voglia di gridare (in certe versioni addirittura tace (!) quando ha voglia di gridare). Canta quando ha voglia di piangere. Piange quando è felice. Ride quando è spaventata. Anzi, spesso quando si legge la versione abbreviata di questa poesiola, si nota che le parti più sensate ("può controllare guai, sopporta le difficoltà, porta carichi pesanti, mantiene gioia ed amore") vengono sacrificate per indulgere in questo giochetto di parole, che personalmente mi fa davvero accapponare la pelle, ma che a quanto pare piace parecchio.

In quante si riconoscono in questa serie di affermazioni? Perchè una donna che prova uno stato d'animo e ne simula un altro suscita tanta ammirazione? Perchè dovrebbe essere presa come modello ideale?
In queste quattro e apparentemente innocue frasette si celebra proprio quel modello di donna per superare il quale sono state fatte tante battaglie civili, dagli inizi del novecento in poi.
Quel tipo di donna a cui non era permesso esternare i propri sentimenti, quella donna da cui ci si aspettava sempre e comunque una dissimulazione dei propri stati d'animo. Una donna che senza batter ciglio accettava di portare sulle spalle non solo il carico pesante dei suoi doveri (e dei doveri altrui), ma anche quello di... fingere.
In queste frasi si elogia la donna che preferisce indossare una maschera sorridente quando sente il bisogno di esternare la sua rabbia (ma quanta ipocrisia ci sarà in quel sorriso?), e che nei momenti in cui ha il sacrosanto diritto di sfogare il suo dolore in un pianto liberatorio... si mette a canticchiare, per fingere che tutto stia andando alla perfezione anche se il mondo le sta crollando addosso.
Una donna che per non turbare l'andamento normale delle cose deve camminare nel mondo in punta di piedi.
In questo messaggio non si accenna nemmeno una volta a una risata spontanea. Al massimo, quando la donna è felice le si concede di piangere. Perchè la donna, secondo questa poesiola, ride solo quando è spaventata. O tutt'al più quando è nervosa, in qualche altra versione. Per il resto tutto è basto, tutto è carico da soma. Tutto è sopportazione, docile e paziente.
Non fraintendetemi... la capacità di sopportare le difficoltà è una qualità notevole. E tanto di cappello alle donne che sopportano le difficoltà e fanno sacrifici per crescere i propri figli. Ma questo non deve essere l'unico pregio che si prende in considerazione in una donna... anche perchè chi si abitua troppo a sopportare, ad accettare ogni cosa e a sacrificarsi sempre e comunque, finisce per perdere l'allenamento a reagire. E comincia a trovare nella sopportazione una soluzione comoda, perchè non deve prendere iniziative e decisioni di alcun genere. Perchè ci sarà sempre qualcuno che le darà dei basti da portare... Se davvero sono queste le quattro frasi che colpiscono favorevolmente la gran parte delle donne, non mi stupisce che, fino agli inizi del novecento, la donna abbia sempre avuto un ruolo marginale nella storia della civiltà. E sospetto che qualcuna di noi, in fondo in fondo, voglia mantenerlo ancora adesso.
Solo in questo starebbe la forza della donna? Nel sorprendere l'uomo con la sua forza di sopportazione? E perchè mai quest'esigenza di sorprendere, di stupire l'altra metà del genere umano in qualche modo? Non basta essere? Non basta crescere, vivere, andare avanti ed evolversi? E' proprio necessario, ancora oggi, dimostrare qualcosa al sesso opposto? Vantarsi di fronte agli uomini della propria capacità di sottomettersi stoicamente al resto del mondo?
Anzi, a ben pensarci anche sui pezzi che all'inizio mi sembravano più sensati ora mi sorge qualche dubbio.
Mantiene gioia e amore. La donna non può permettersi di provare odio o di esternare la sua rabbia. Deve mantenere gioia e amore. E anche se non è così, ancora una volta piuttosto deve fingere, perchè non sta bene per una donna ostentare liberamente il proprio odio per qualcuno o qualcosa. Se lo fa è una zitella, è acida, è fastidiosa. E' preferibile una donna che si profonde in smancerie anche quando nel proprio intimo odia: è più accettabile dal resto del clan.
Ecco perchè anche in passato, quando una donna decideva di rivoluzionare i valori precostituiti, non solo dava fastidio agli uomini ma anche alle altre donne della famiglia... Quante storie di donne che hanno subito violenze domestiche a causa del silenzio-assenso delle parenti più accomodanti, o denigrate, disprezzate, rinnegate e denunciate da altre donne, magari in seguito a un banale litigio, perchè si erano dimostrate troppo poco docili, troppo indipendenti e troppo diverse?
Se le cose stessero davvero come in questa poesiola, mi chiederei fino a che punto in passato fosse davvero stato solo l'uomo a soggiogare la donna, o se fosse stato anche un certo tipo di donna a voler lasciarsi sottomettere... e a pretendere che anche tutte le altre si sottomettessero insieme a lei, la donna modello.
Amore e odio sono parte integrante di ogni persona... che senso ha dire "Le donne sono così e cosà, provano questo e quello, fanno questo e quest'altro"? E' così che si elogia una donna?
L'unica cosa di sbagliato in lei è che a volte dimentica quanto vale. 
Insomma, una donna vale per tutte queste cose. Vale perchè sopporta, perchè finge e perchè cresce i propri figli. E se si dimentica di valere e di vivere per queste cose, se rinuncia a rispecchiare questi "valori", se per caso un giorno le dovesse saltare in mente che vale anche quando odia, che vale anche quando decide di smettere di sopportare, quando grida se sente il bisogno di gridare, quando piange se ha voglia di piangere e quando ride perchè è felice, o infine perchè ha scelto di non avere figli... è meno donna?
Bel modo di auto-celebrarci, specialmente nel XXI secolo.






Le foto che compaiono in questo articolo sono le seguenti: la prima è di Talba, tratta dall'album di Talba su Flickr, e s'intitola "Another world"; la seconda è un primo piano di Gong Li, dal film Lanterne Rosse (emblematica rappresentazione della vita meschina che conducevano le concubine in Cina, ancora nel 1920. Nella storia la protagonista, esasperata dal sistema vigente nella casa in cui è relegata, arriva a fingersi incinta per ottenere le attenzioni del marito e il rispetto delle altre mogli, e persino della servitù); la terza, ancora di Talba, s'intitola "Black Pride"; la quarta è un primo piano di Tilda Swinton (nell'ultima inquadratuta del film "Orlando"), attrice scozzese ribelle e anticonformista: una figura androgina che sarebbe piaciuta molto a Virginia Wolf... La quinta è un'altro belliissimo scatto di Talba intitolato "Street dancers"; l'ultima, infine, è sempre di Talba, e s'intitola "The big sister". Come sempre... grazie mille Talba!!!

16 commenti:

  1. Mi è capitato proprio quest'anno di leggere per la prima volta quest'"elogio all'ipocrisia". E il mio primo pensiero è stato: "Ma che bisogno ha una donna di mostrare una faccia diversa da quello che realmente prova? E perché tale donna deve essere mitizzata o addirittura divinizzata?". Non mi è piaciuta. Se sono disperata grido e piango, non sorrido solo perché non voglio che si riveli la mia fragilità; dovrei sorridere non solo di facciata, ma perché mi sento veramente di sorridere. Ma d'altronde, all'interno di una società basata sulle apparenze, ci sono donne che sentono di dover abbandonare la genuinità e la purezza a favore dell'indossar maschere di finta forza.
    Trovo che questo messaggio sia solo dimostrazione di quanto l'universo femminile non sia valorizzato per quello che realmente è.
    Inoltre, mi pare l'ennesimo tentativo di voler a tutti i costi trovare un motivo di prevaricazione sulla forza tipica invece dell'uomo.
    La donna possiede un tipo di forza diversa da quella dell'uomo, ma non di minore valore: in equilibrio, piuttosto, perché le due dovrebbero trovare incastro, completarsi per formare un unicum. Non dovrebbe esistere superiorità, né conflittualità: la forza di una donna si esalta nel momento in cui sostiene quella dell'uomo, e viceversa.

    Gran riflessione! ^^

    RispondiElimina
  2. L'espressione che hai usato quando dici "le due (forze) dovrebbero trovare incastro, completarsi per formare un unicum" è proprio il concetto che mi è venuto in mente quando ho scelto di mettere in quest'articolo la foto intitolata "Street dancers"... i corpi dei due danzatori sembrano proprio unirsi in una sola armonia, ci hai fatto caso?

    RispondiElimina
  3. Ho ricevuto questo messaggio quest'anno così come l'ho ricevuto anche gli anni passati. Mi ha sempre fatto sentire male, nel vero senso della parola. E' vergognoso come ancora non si sia superata la visione della donna ottocentesca. Quella della "morale borghese", per intenderci. Le frasi riportate nel messaggio sono frasi maschiliste o, meglio, frasi costruite da una società che idolatra l'ipocrisia e l'estetica (di questo sono colpevoli anche alcune donne). Che adora il soggiogamento della vera forza femminile.
    Ci sono donne nella società odierna che si trovano costrette ancora una volta a fingere. E' questo di certo non è un valore. E' disintegrazione del proprio essere. Dissimulare i propri sentimenti, accettare le cose così come vengono significa rendersi schiave, diventare degli automi ai comandi di uomini troppo pieni di sé.
    E' vero sopportare ti può rendere più forte e paziente, ma alla lunga ti può anche far scordare chi sei. E, alla fine, tutti si approfitteranno di te.
    "Mantiene gioia e amore", "Il suo amore è immenso": per me queste frasi significano solamente che la donna deve stare a casa a badare alla famiglia. Fino a quando si scriveranno queste sciocchezze, non si potrà onorare con il rispetto che meritano donne che si sono battute e sono morte per ottenere la parità dei sessi. E tutte le scrittrici, le pittrici (e oggi le registe) che si sono imposte in ambienti ritenuti "maschi". Ecco cosa dovrebbe essere l'8 Marzo, un Giorno della Memoria, e non una futile festa.
    Svegliamoci!

    RispondiElimina
  4. Soffio di Vento ha scritto:
    "Le frasi riportate nel messaggio sono frasi maschiliste o, meglio, frasi costruite da una società che idolatra l'ipocrisia e l'estetica (di questo sono colpevoli anche alcune donne). Che adora il soggiogamento della vera forza femminile."

    Io invece trovo che siano tendenzialmente femministe, di un femminismo che più mediocre di così non si può.
    Il che forse è anche peggio.

    RispondiElimina
  5. Scusa il ritardo, Adriana!
    Avevo colto, ma in parte: vedendo l'immagine mi è venuto in mente il tao. Ma le parole che ho scritto non sono scaturite dall'immagine, piuttosto da tutto il discorso in generale. E' sempre stato un pensiero che ho avuto in merito alle polarità maschile e femminile :)

    Io penso che non dovrebbe esserci un giorno particolare per ricordare la donna e i suoi sacrifici, e nemmeno per ricordare le tragedie che le donne hanno subito per colpa di una società che non è stata in grado di accoglierla: bisognerebbe mantenere sempre vivo il ricordo. Relegare la memoria ad un solo giorno trovo che sia un modo solo per sollevarsi la coscienza. Inoltre, la memoria si onora traendo le dovute lezioni dal passato positivo o negativo che sia, facendo in modo che non si ripetano certi eventi. Non serve a nulla ricordare se si ripetono gli stessi errori.

    RispondiElimina
  6. Ciao Italo!
    In parte sono d'accordo con te: il compito biologico della donna e la sua stessa conformazione fisica ne influenzano notevolmente la vita e il ruolo all'interno della società.
    Ma l'ipocrisia e la sempiterna sottomissione non fanno parte di questo compito biologico.
    Esternare i propri stati d'animo e comportarsi con spontaneità non impedirà certo a una donna di adempiere alla sua missione che, analogamente a quella dell'uomo, è quella di conservare la specie.
    Ci sono milioni di donne in grado di conservare la specie senza essere false, ipocrite, sottomesse e accomodanti.
    E poi credo sia limitante guardare la realtà esclusivamente dal punto di vista della conservazione della specie: se fosse questo il motivo principale della nostra esistenza, se fosse questa l'unica missione dell'essere umano, i gay e le persone sterili non avrebbero motivo di esistere.

    Il mio ragionamento verte su un discorso di altro tipo: mi chiedo perchè, in occasione dell'otto marzo, bisogna a tutti costi parlare della donna esaltando la sua presunta superiorità di fronte all'uomo, come se fosse necessario mettere sempre a confronto i due generi e dimostrare che "Lei è meglio di Lui per questo e per quest'altro motivo".
    Per giunta, lo si fa esaltando un tipo di donna che non ha nulla a che vedere (si spera) con la donna reale.
    Quando le donne smetteranno di sentirsi in dovere di stupire, di dimostrare la propria superiorità all'altra metà del genere umano e di guardare la vita attraverso la lente deformante della competizione fra i due sessi, allora potranno dire davvero di aver raggiunto la parità.

    RispondiElimina
  7. Il problema più grave è che le donne stesse scrivono e si scrivono tra loro questa sorta di "poesiola". Credo non leggano oltre le righe neanche un attimo, ma vedono solo il messaggio di superficie della "donna capace a sopportare meglio degli uomini". A volte si è i peggiori nemici di se stessi, come quando le donne escono SOLO la sera dell'8 marzo tra loro, come per ribadire a loro stesse e a chi le vede in giro che il resto dell'anno rimangono dentro il fienile a disposizione del marito/uomo/compagno/padrone. Questo ideale di donna ottocentesca dovrebbe essere ormai superato, invece sono le donne stesse che si agghingano/truccano/operano/sfalsano per "piacere" all'altro sesso (perchè non ditemi che anche camminare su tacchi altissimi in pieno giorno per fare la spesa è una cosa che la donna fa perchè le piace, ad esempio). Si confonde il "volersi bene" con il piegarsi a quello che la società chiede (e poi magari neanche interessa realmente agli altri, pure maschi). Sono le donne che devono cambiare atteggiamento se vogliono guadagnare pari diritti sul serio: io sono donna, ma vedo tante con la testa annebbiata da "obblighi" che esistono solo nella loro mente. Chissà se un giorno ci si riuscirà, ad essere veramente libere, anche dalle catene che ci siamo autoimposte con, sembrerebbe, un certo piacere.

    RispondiElimina
  8. Leggo per la prima volta questa frase qui sul blog,sono sincera,appena letta mi è piaciuta e non mi sono soffermata al suo significato,poi continuando l'articolo ho capito tutto il succo.
    E' vero nel passato la donna era sottomessa e magari leggendo questa frase,magari si sentiva sopraelevata(immagino che un tempo non ci fosse considerazione per il nostro sesso),ma ora è un'altra epoca e penso che la donna che si sottometta è perchè le stia bene così.
    Io per fortuna ho raggiunto l'equilibrio con mio marito,spartendoci i compiti da fare e completandoci.
    E' vero che la donna è la procreatrice di vita,ma senza l'altra metà non potrebbe procreare.Si parla di crescere figli...ma ci sono padri che si fanno in quattro per crescere i propri figli e a volte lo fanno meglio di una donna.
    Bellisimo articolo e profondo,mi piace anche molto il pensiero che ha espresso epleseed...
    Grazie arcana se avessi letto questa frase in un'altra circostanza non avrei raggiunto il vero succo.

    RispondiElimina
  9. Io non sono del tutto d'accordo, l'articolo è chiaro, sviluppato bene e tratta un argomento veramente condivisibile.
    Ci sono circostanze però in cui si ha davanti qualcuno che non merita/non capisce una certa reazione (rabbia/pianto) e in questi casi una donna (sempre facendo di tutte le erbe un fascio) si sa controllare meglio di un uomo.
    A chi non è capitato di trovarsi davanti una persona arrogante, che ce la mette tutta per farsi strozzare? Un uomo parte per la rissa, una donna può anche sorridere, mentre, se avesse un coltello in mano, gli farebbe a pezzettini le dita.
    Concludendo, credo che la saggezza stia nel gestire le emozioni quando devono essere gestite e lasciarle libere quando questo è possibile.

    RispondiElimina
  10. Innanzitutto credo che sia un po' troppo arduo cercare di definire il concetto di saggezza in due parole: su di essa si è detto tutto e il contrario di tutto, e non è certo nelle intenzioni di quest'articolo definire che cosa la saggezza sia.

    In ogni caso è proprio questo che trovo stridente: il sorriso di una persona che se avesse in mano un coltello ti farebbe a pezzettini le dita. Davvero inquietante, direi.
    Diciamo che la mia idea di saggezza è di tutt'altro tipo.
    Saper gestire le emozioni come la rabbia è una cosa davvero ammirevole, ma questo non vuol dire sorridere in modo ipocrita quando incontriamo una persona che ci sta sui calli o quando qualcuno ce la mette tutta per farci arrabbiare...

    Inoltre, non credo che sapersi controllare sia una peculiarità esclusivamente femminile.
    Sì, spesso mi è capitato di vedere da parte degli uomini un comportamento più diretto, e donne che, pur detestandosi a morte, quando si incontrano si abbracciano e si riempiono di baci... tuttavia generalizzare ci farà uscire solo dal seminato, e attribuire certe caratteristiche esclusivamente all'uomo o esclusivamente alla donna è proprio quello che vorrei evitare.

    Diciamo che la cosa migliore sarebbe riuscire ad essere diretti e sinceri senza perdere il controllo, ma se proprio non ci si riesce... io tifo sempre e comunque per la spontaneità.

    RispondiElimina
  11. Arcana ha scritto:
    Diciamo che la cosa migliore sarebbe riuscire ad essere diretti e sinceri senza perdere il controllo, ma se proprio non ci si riesce...

    Io, anonima anche se non più di tanto, penso che a volte NON si PUO' essere diretti. Nel mio privato sono schietta e diretta (con amici e parenti), ma al lavoro, ad esempio, DEVO fare la brava, sorridere sempre ed essere diplomatica. Non sto parlando di atteggiamento verso i capi o i colleghi, proprio dell'essenza del lavoro. Penso ad esempio ad un ragazzo di un call center che dopo la sessantesima volta che spiega una cosa ad un tizio che gli ha telefonato gli vorrebbe dire: "brutto idiota, richiama quando colleghi il cervello alla bocca", mentre dirà "gentile signore, forse non sono stato chiaro, proverò ad esprimermi in un'altra maniera... ricominciamo!".

    Ieri sera ad esempio: una mia vicina di casa ha avuto la geniale idea di mettersi a martellare alle 21.30 di sera, quando io crollavo dal sonno. Mio marito ha chiesto gentilmente di smetterla, e, nonostante questo, credo si siano incrinati i rapporti di buon vicinato.

    Domanda: cosa paga, la sincerità o la diplomazia?

    RispondiElimina
  12. La sincerità non esclude necessariamente la diplomazia... e credo che a questo punto si stia andando un po' troppo fuori tema, visto che nell'articolo si condannava l'ipocrisia, cosa ben diversa dalla diplomazia.
    Temo che anche l'esempio dell'impiegato di un call-center esuli un po' troppo dal senso del nostro post, visto che un conto è essere ossequiosi per mestiere, un conto è esserlo nei rapporti umani in generale.

    Se vuoi il mio parere la sincerità paga sempre più di ogni altra cosa, e non tanto per una questione di buonismo, ma proprio per una questione di convenienza... in poche parole "patti chiari, amici cari".
    Lo dico per esperienza: in amore, in amicizia, sul posto di lavoro, insomma, nelle occasioni in cui io stessa non ho trovato il coraggio di comportarmi in modo diretto (per esempio le volte in cui non sono stata capace di dire "no") ho sempre avuto di che pentirmi, proprio perchè i miei tentennamenti hanno favorito situazioni ambigue che inevitabilmente mi sfuggivano di mano... ne sono scaturiti incomprensioni, litigi e risentimenti, e regolarmente, alla fine della fiera, mi vedevo rinfacciare la mia insincerità (o se non altro l'incapacità di essere stata chiara fin dall'inizio).

    Essere onesti non implica per forza comportarsi da buzzurri.
    Tuo marito, con la sua richiesta diretta ma gentile, ne ha fornito l'esempio ieri sera: se i tuoi vicini si sono risentiti per così poco la cosa migliore è proprio prenderne le distanze (fra l'altro, da ciò che racconti, l'incrinatura del vostro rapporto dipende esclusivamente dalla loro maleducazione), e tuo marito non ha nulla da rimproverarsi.
    Se non altro si può dire che li stia ri-educando: chissà che non perderanno almeno la cattiva abitudine di mettersi a martellare in tarda serata?

    RispondiElimina
  13. Con 3 anni di ritardo... "Consolati" (si fa per dire)Arcana: pare che il 70% degli italiani non capisca il senso di quello che legge, nemmeno di un testo semplice:
    http://tinyurl.com/c7zn3j4

    In questo 70% ci sono, purtroppo, anche il 70% delle donne, se la matematica non mi inganna. Spero siano loro che leggono la poesiola, la trovano tanto carina, la linkano e la rilinkano ma non ne leggono il palese maschilismo. Ma che poi strillano, porconano, pestan piedi, piangono ridono e si fanno rispettare per il loro essere persone. Spero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto interessante l'articolo che hai linkato... personalmente, però, ho l'impressione che la scarsa comprensione del testo sia solo una parte del problema.
      Purtroppo ho notato che molte donne, anche giovani, anche acculturate e tutt'altro che stupide, hanno una strana propensione per il martirio, quasi che il dolore e il sacrificio siano il solo metro di misura per stabilire il valore di una donna.
      Ricordo che in una conversazione fra ragazze, in seguito a un'altra frase carina (del tipo "gli uomini non sanno niente della vita perché non hanno mai partorito"), alcune giovani madri facevano a gara su chi di loro avesse sofferto di più durante il parto, quasi ci fosse in palio una medaglia al valore per la più sfortunata: il tutto era partito come un argomento scherzoso, ma più andava avanti, più prendeva i toni di una serissima competizione... una di loro ammise infine di "sentirsi una merda" in confronto alle altre perchè aveva fatto un cesareo.
      Credo che certe esternazioni siano tipiche di una mentalità e di un atteggiamento passivo-aggressivo che ancora oggi, purtroppo, sono diffusissimi fra le donne italiane.

      Elimina
  14. Il dipinto di Dante Gabriel Rossetti : Venere Verticordia (verticordia: che gira , che fa voltare il cuore) , bellissimo dipinto in due versioni , a olio e un acquerello, è sempre stato guardato con sospetto e diffidenza dalla società borghese e maschilista dell' epoca poiché la Venere Verticordia , Colei che " fa girare i cuori" spaventava i detentori del potere sociale di allora ( come di oggi ).
    Perché far girare il cuore era interpretato come un' invito a dimenticare la famiglia e i doveri coniugali a favore di una sorta di libertinaggio femminile in cui la scellerata donna , consigliata da una "venefica" Dea", avrebbe messo a repentaglio l' ordine sociale patriarcale. Allora si sono scritti libri per dimostrare, con tanto di richiami filologici, che in realtà la verticordia non faceva distogliere la donna dai suoi doveri , al contrario : la richiamava espressamente a quelli ,perché il volgere del cuore sarebbe stato proprio quello di dirigerlo alla conservazione della solidita e della coesione della famiglia nei momenti di difficoltà.
    Ovviamente tutta questa interpretazione era tirata per i capelli, ma io credo che anche l' interpretazione della Venere che incita la donna a divertirsi lussuriosamente dimentica del focolare sia errata, concretizzazione di una paura tipicamente maschile che attribuisce alla donna tendenze distruttive anche queste in forma maschile: abbandonare il partner o la famiglia per darsi in pasto alla propria libidine.
    Se si cerca una spiegazione più in sintonia con la vera natura femminile , e non quella che gli uomini credono sia la donna , io suggerirei che la Venere invita si la donna a voltare il cuore , ma non in favore di un altro uomo .
    Io penso che la freccia che ella tiene in mano e che allude chiaramente alla freccia di cupido che ispira l' amore ,voglia suggerire alla donna di amare se stessa,perché è il suo stesso seno che Venere punge con la freccia acuminata, essa volge si il cuore ma lo volge verso di sé in un anelito introspettivo volto al conseguimento della conoscenza di sè, ricongiungimento della donna con il suo interiore e il suo potere, che non è il potere strappato di mano all' uomo ( ben poca cosa sarebbe) ,ma il Suo Potere Primordiale ritrovato e mai più perduto .
    La Venus Verticordia fa molta paura all' uomo ( provate a mostrargliela se nol credete: vedrete la sua reazione istintiva...) ma fa paura proprio perché il potere della donna è ben altro ... Ancora una volta si vuole ridurlo e sminuirlo perché lei non lo capisca e non lo ritrovi.Invito tutte le donne a tenere a portata di mano una riproduzione di questo dipinto è di guardarla spesso, perchè col suo sguardo penetrante e fiero questa Venere dice a noi donne molte più cose di quante potrebbe dirne qualsiasi libro o trattato e parla , parla davvero al cuore e aiuta a ritrovarsi e a non aver paura di mostrare ciò che si è trovato e che si è....
    Karite

    RispondiElimina
  15. Il dipinto di Dante Gabriel Rossetti : Venere Verticordia (verticordia: che gira , che fa voltare il cuore) , bellissimo dipinto in due versioni , a olio e un acquerello, è sempre stato guardato con sospetto e diffidenza dalla società borghese e maschilista dell' epoca poiché la Venere Verticordia , Colei che " fa girare i cuori" spaventava i detentori del potere sociale di allora ( come di oggi ).
    Perché far girare il cuore era interpretato come un' invito a dimenticare la famiglia e i doveri coniugali a favore di una sorta di libertinaggio femminile in cui la scellerata donna , consigliata da una "venefica" Dea", avrebbe messo a repentaglio l' ordine sociale patriarcale. Allora si sono scritti libri per dimostrare, con tanto di richiami filologici, che in realtà la verticordia non faceva distogliere la donna dai suoi doveri , al contrario : la richiamava espressamente a quelli ,perché il volgere del cuore sarebbe stato proprio quello di dirigerlo alla conservazione della solidita e della coesione della famiglia nei momenti di difficoltà.
    Ovviamente tutta questa interpretazione era tirata per i capelli, ma io credo che anche l' interpretazione della Venere che incita la donna a divertirsi lussuriosamente dimentica del focolare sia errata, concretizzazione di una paura tipicamente maschile che attribuisce alla donna tendenze distruttive anche queste in forma maschile: abbandonare il partner o la famiglia per darsi in pasto alla propria libidine.
    Se si cerca una spiegazione più in sintonia con la vera natura femminile , e non quella che gli uomini credono sia la donna , io suggerirei che la Venere invita si la donna a voltare il cuore , ma non in favore di un altro uomo .
    Io penso che la freccia che ella tiene in mano e che allude chiaramente alla freccia di cupido che ispira l' amore ,voglia suggerire alla donna di amare se stessa,perché è il suo stesso seno che Venere punge con la freccia acuminata, essa volge si il cuore ma lo volge verso di sé in un anelito introspettivo volto al conseguimento della conoscenza di sè, ricongiungimento della donna con il suo interiore e il suo potere, che non è il potere strappato di mano all' uomo ( ben poca cosa sarebbe) ,ma il Suo Potere Primordiale ritrovato e mai più perduto .
    La Venus Verticordia fa molta paura all' uomo ( provate a mostrargliela se nol credete: vedrete la sua reazione istintiva...) ma fa paura proprio perché il potere della donna è ben altro ... Ancora una volta si vuole ridurlo e sminuirlo perché lei non lo capisca e non lo ritrovi.Invito tutte le donne a tenere a portata di mano una riproduzione di questo dipinto è di guardarla spesso, perchè col suo sguardo penetrante e fiero questa Venere dice a noi donne molte più cose di quante potrebbe dirne qualsiasi libro o trattato e parla , parla davvero al cuore e aiuta a ritrovarsi e a non aver paura di mostrare ciò che si è trovato e che si è....
    Karite

    RispondiElimina

Related Posts with Thumbnails