venerdì 26 marzo 2010

Visualizzazione: Pioggia di primavera


E siamo in primavera.
Quante volte in questa stagione si sente dire "Ancora pioggia! Ma che primavera è questa?", o addirittura "Che tempaccio! E' tornato l'inverno!"...
Eppure una delle caratteristiche principali della primavera, oltre all'innalzamento della temperatura rispetto agli ultimi giorni di febbraio, è proprio il continuo ripresentarsi della pioggia. Giornate incerte e giornate piovose, non c'è niente di strano.
Ed è proprio così che deve essere questa stagione: non ci potrebbe essere primavera senza pioggia. E' in questo periodo che la natura si prepara a prorompere con tutto il suo vigore, che le gemme sono gonfie di vita, che i terreni devono essere nutriti e dissetati... La pioggia per la Terra è come il latte materno per un neonato: la vegetazione non potrebbe farne a meno nel periodo in cui rinasce dopo il lungo sonno invernale.
Sarà che io ho un debole per le precipitazioni in generale, ma trovo che la pioggia primaverile sia nello stesso tempo rilassante e corroborante.
E poi, dove andrebbe a finire il fascino di certe grandi città senza la pioggia? Persino in certe cittadine della nostra zona le giornate di primavera piovose rendono l'ambientazione molto seducente... Posti di lago come Arona, Verbania, Intra, Orta, io le trovo molto più belle in questo periodo che nelle sfolgoranti giornate di sole estive. Sarà anche perchè c'è meno gente in giro e per le strade si riesce a camminare... Ombrelli colorati, gente nei bar all'aperto delle belle piazzole, riparati dai tendoni o dalle verandine che permettono di vedere il via-vai al di fuori...
E la pioggia che riempie l'aria della sua voce, a volte più impetuosa, a volte delicata. La sento picchiettare sui ferri battuti dei cancelli e dei portoni, la sento sciacquettare nelle pozzanghere e nelle fontanelle, la sento scrosciare sulla superficie cupa del lago che manda il suo misterioso forte odore, la sento gocciolare dalle grondaie... e dai giardini e dietro i muriccioli di pietra fa capolino qualche ramo nuovo, di caprifoglio o di roseto con le sue foglioline verdissime, o i tozzi boccioli dei primi fiori di glicine che guardano verso il cielo plumbeo, come bambini che tirano fuori la lingua per acchiappare ogni singola goccia d'acqua...
Per questo ho voluto pensare a una visualizzazione sulla pioggia di primavera. Non ha un preciso scopo terapeutico, ma mi piace pensare di poter in qualche modo onorare questa manifestazione, che su di me ha sempre un effetto calmante e rassicurante.
La ambienterò non in una cittadina di lago, ma nei campi aperti, dove la pioggia è essenziale per la crescita delle piante, degli alberi e delle sementi.


Pioggia di primavera

Cammino per i campi. La temperatura è piacevolmente mite.
Si alza una brezza leggera, e per nulla fastidiosa. Il canto degli uccelli sembra farsi sempre più concitato, e alzando gli occhi al cielo vedo che la nuvolaglia si raddensa. Il sole fa capolino solo ogni tanto, gettando sui prati qualche pallido raggio che taglia la prospettiva delle colline in lontananza, e crea degli interessanti giochi di luce. Sulla guancia mi cade una prima goccia.
Per nulla infastidita, continuo la mia camminata con calma.
Comincia davvero a piovere, una pioggia delicata che stende il suo velo su tutta la campagna circostante. Mi guardo intorno piacevolmente sorpresa dal cambiamento della tonalità dei colori. Il colore della prima erba primaverile fra i campi brulli è ora più vivido e audace. Il cielo ha diverse tonalità a seconda della densità delle nuvole, e la sua superficie plumbea inonda il paesaggio circostante di una tinta verdognola.
La pioggia diventa sempre più fitta.
Il profumo che sale dalla terra mi inonda le narici, indefinibile: sa di muffa, di ferro, di muschio, di radici, a volte una zaffata di odore di letame maturo.... ed è buonissimo.
Mi guardo intorno, giro su me stessa e mi stendo sul prato a faccia in su. Con l'aiuto di questa pioggia primaverile mi fonderò con la Terra.
Sento la pioggia picchiettare sul mio corpo. La sento penetrare. La sento mentre m'impregna come una spugna.
Il mio corpo si scioglie piano piano, come fosse fatto di fango. E sciogliendosi diventa una cosa sola con tutto ciò che c'è nel punto in cui ero stesa poco prima.
La mia coscienza si espande, si dilata.
Sono una gemma gonfia, che aspetta il momento di aprirsi.
Sono una foglia, che assorbe l'acqua attraverso ogni sua fibra.
Sono uno stelo d'erba, verde e lucido di pioggia.
Sono un lombrico che scava e si attorciglia, ed ammorbidisce il terreno umido.
Sono un seme turgido a sette centimetri di profondità, pronto ad esplodere alla vita.
Sono la radice di un albero centenario che attraversa la Terra in profondità e in larghezza, e che beve e risucchia tutta l'acqua che può, in queste preziose ore di pioggia.
Sono la Terra stessa, che sotto lo scroscio della pioggia di primavera si disseta, si crogiola e si rinvigorisce.
Resto un po' in questo stato di espansione.
Pian piano la pioggia si fa sempre meno fitta, finchè non smette del tutto. Potrebbe succedere gradualmente come all'improvviso. La nuvolaglia si rarefà, e il sole si affaccia timidamente da un ultimo nembo.
La Terra s'asciuga, e man mano che s'asciuga il mio corpo disciolto riprende forma, si solidifica. La mia coscienza gradualmente si contrae e torna a identificarsi con il corpo.
Mi alzo vivificata, mi guardo intorno e riprendo completamente coscienza di me stessa e di ciò che mi circonda. Tutto sembra trasformato rispetto a prima della pioggia: l'arrivo della nuova stagione è imminente.




Le foto di questo post sono state scattate tutte da me, tranne la seconda: s'intitola "Le parapluie de l'"ammore"", l'autore è Talba e proviene dal suo bellissimo album su Flickr.
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