domenica 17 gennaio 2010

"Le Donne Cornute", una fiaba di streghe irlandesi

Siamo davanti al Focolare, ma è un po' che non vi racconto una bella storia.
"Le Donne Cornute" è un racconto che ho trovato in un libro che mi fu regalato quand'ero bambina. Il libro s'intitola "Le dodici oche selvatiche" (Einaudi) ed è una selezione di racconti tratta da "Fiabe irlandesi", un'antologia curata dal grande William Butler Yeats.
Le Donne Cornute sono streghe ambigue, silenziose e sanguinarie tipiche della tradizione letteraria popolare. Ringrazio di non essere nata in un periodo in cui ai bambini vengono somministrate le fiabe sdolcinate e buoniste come "I racconti della Vecchina del Bosco", o le immagini edulcorate con cui spesso viene tratteggiata la strega in molte fiabe moderne, per renderla più digeribile agli occhi di tutti. E' vero, nella realtà di streghe ce ne sono di ogni specie, ma se nelle fiabe della mia infanzia esse non avessero avuto un aspetto così inquietante, probabilmente la magia non sarebbe stata così seducente ai miei occhi.
Cercherò di raccontarvi questa fiaba senza toglierle il fascino originale, ma anche senza violare le leggi del copyright.




Le Donne Cornute

La padrona di una ricca casa, dopo che tutti gli altri abitanti erano andati a dormire, era rimasta a vegliare accanto al focolare per preparare la lana da cardare. 
Mentre lavorava silenziosamente nella quiete della tarda ora, a un tratto sentì bussare alla porta, e una voce che gridava "Aprite! Aprite!". La donna non si mosse, e si limitò a chiedere "Chi è la?". "Sono la Strega a un Corno" rispose la voce.
La signora, pensando che fosse una vicina di casa che aveva bisogno di qualcosa, andò ad aprire la porta, e si trovò davanti una vecchia donna dall'aspetto alquanto strano: aveva un corno che le spuntava dal mezzo della fronte, e fra le mani dei pettini per cardare la lana.
Senza dire una parola, la vecchia scostò la signora, e sedutasi accanto al focolare cominciò a cardare furiosamente la lana. A un tratto si fermò e disse: "Dove sono le altre donne? Cominciano a tardare." Proprio in quel momento si sentì alla porta un altro forte bussare. Come la prima volta, una voce disse: "Aprite, aprite!".
La donna, incapace di opporsi a una misteriosa forza, si sentì costretta ad andare alla porta. Quando l'aprì apparve una seconda vecchia con due corni sulla fronte e in mano un arcolaio per filare la lana. "Sono la Strega a due Corni", disse questa, ed entrata nella stanza con un piglio deciso, si sedette di fianco alla prima strega e incominciò a filare a gran velocità.
Periodicamente i colpi alla porta continuarono a ripetersi, e ogni volta entrava nella casa una strana donna, che senza tanti complimenti andava a sedersi accanto alle altre finchè davanti al focolare sedevano dodici donne che lavoravano la lana: la prima con un corno, l'ultima con dodici corna sulla fronte.
Cantavano misteriose nenie e antichi versi, ma non rivolsero mai parola alla padrona di casa. Erano queste dodici donne strane a udirsi e spaventose a vedersi, con le loro corna e i loro arcolai. E la padrona, intanto, aveva scoperto di non riuscire a muoversi nè a proferir parola, e di non poter chiamare aiuto per liberarsi dal misterioso incantesimo con cui le streghe l'avevano vincolata.
A un tratto una di esse le si rivolse in gaelico e le ordinò: "Donna, alzati e preparaci una focaccia." La signora non riuscì a trovare in casa un recipiente adatto per portare l'acqua dal pozzo e impastare così la focaccia. Dissero le streghe: "Prendi un setaccio e portaci l'acqua con quello".
La donna prese un setaccio e si avviò al pozzo, ma per quanto cercava di riempire il setaccio, l'acqua continuava a fuoriuscire versandosi a terra. Così si sedette accanto al pozzo e pianse.
Dal fondo del pozzo uscì una voce che le disse: "Prendi muschio e bionda argilla e impastali assieme. Poi fodera il setaccio in modo che tenga." La donna fece ciò che le era stato detto. Poi la voce disse ancora: "Adesso torna, e quando arrivi al lato nord della casa dì ad alta voce: La montagna delle Donne di Fenian e il cielo sopra di essa sono in fiamme!"
La donna ubbidì. Al suo grido, la porta si spalancò e le streghe, con urla spaventose, si precipitarono fuori dalla casa e fuggirono verso Slievenamon strepitando e lamentandosi selvaggiamente. Ma lo Spirito del Pozzo chiamò a sè la padrona di casa e le insegnò il modo di sciogliere tutti gli incantesimi delle streghe, e tutte le precauzioni da prendere nel caso queste tornassero.
Per prima cosa, per spezzare l'incantesimo, sparse sulla soglia di casa l'acqua con cui aveva lavato i piedi del suo bambino; poi prese la focaccia che le megere avevano impastato con il sangue tolto agli abitanti durante il sonno, la sminuzzò e ne mise un pezzetto in bocca ad ogni membro della famiglia, così tutti tornarono a star bene; prese la stoffa che le Streghe avevano intessuto, e la mise in una cassapanca col lucchetto, in modo che sporgesse fuori per metà; infine sbarrò la porta d'entrata con una grossa trave, in modo che le vecchie non potessero più entrare. Poi aspettò.
Le Streghe non tardarono molto: erano furenti e cercavano vendetta.
"Apri, apri! Apri, Acqua dei Piedi!!!" urlavano davanti alla porta sbarrata. "Non posso!" disse l'Acqua dei Piedi, "sono sparsa per terra e il mio cammino va verso il Lago".
"Aprite, aprite! Legno, Alberi e Trave!!!" gridarono ancora le vecchie. "Non posso!" disse la porta, "perchè la trave sbarra l'entrata e io non ho la forza di muovermi!".
"Apri, apri! Focaccia che abbiamo impastato col sangue dei dormienti!". Rispose la focaccia: "Non posso! Sono stata fatta a pezzi e sbriciolata, e il sangue è ritornato nelle bocche dei bambini addormentati!"
Allora le Streghe, urlando, si lanciarono in volo fino a Slievenamon, e gettarono un'oscura maledizione allo Spirito del Pozzo che aveva voluto la loro rovina. Ma la donna e la sua casa furono lasciate in pace.
Un mantello caduto a una delle Streghe in volo fu raccolto e conservato dalla padrona di casa, e appeso a ricordare quella terribile notte di terrore. Da allora quella stessa famiglia continuò a custodire il mantello di generazione in generazione per altri cinquecento anni.

2 commenti:

  1. E' molto molto bella :)
    Però non sono d'accordo sul libro I Racconti della Vecchina del Bosco, che non ritengo sdolcinato e buonista, tuttaltro... si tratta di fiabe iniziatiche che tracciano un percorso molto difficile per coloro che scelgono di intraprenderlo, e sono un aiuto dal valore inestimabile... certo vanno interpretate e comprese, ma sono davvero molto importanti per molte donne e fanciulle... non lo dico per saccenza, è che le studio da molti anni, le conosco piuttosto bene e le amo profondamente... trovo che siano di una bellezza infinita...

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  2. Cara Viola, in effetti il mio giudizio su quel libro è drastico... forse ho reso quel che avrebbe dovuto essere la semplice espressione di un parere personale in modo troppo giudicante, e te ne chiedo scusa.
    Il fatto è che in genere da bambina diffidavo dei racconti didascalici, atti ad offrire un insegnamento, e tutt'ora non li amo. Ho sempre prediletto le storie in quanto storie, anche quando sono un po' troppo crude o sanguinarie...
    Le fiabe popolari hanno sempre esercitato un grande fascino su di me proprio perchè, pur inconsapevolmente, rispecchiano la cultura, il sentire dei nostri antenati, perchè aprono uno spaccato su una realtà arcaica di cui non rimane che qualche retaggio, ma che in qualche modo ancora si riflette nei nostri lati più reconditi. E questo coinvolgimento a livello psicologico ed emotivo non sono mai riuscita a trovarlo ne "I Racconti della Vecchina del Bosco", o ne "L' alchimista" di Coelho, o in altre note fiabe moderne, per quanto apprezzabili possano essere.
    Ma, ancora, sto esprimendo una preferenza personale.
    Rileggendomi ammetto di essermi espressa in modo improprio definendo I Racconti della Vecchina del Bosco "buonisti e sdolcinati".
    Spero di non aver offeso te e tutti coloro che hanno amato I Racconti della Vecchina del Bosco, e se l'ho fatto mi scuso sinceramente.
    Intanto ti ringrazio per aver visitato il mio blog (che purtroppo è in letargo da molti mesi ormai), e per aver lasciato i tuoi commenti, graditissimi.
    E poi complimenti al vostro portale, è davvero una perla preziosa nel web!!!

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