E siamo in primavera.
Quante volte in questa stagione si sente dire
Eppure una delle caratteristiche principali della primavera, oltre all'innalzamento della temperatura rispetto agli ultimi giorni di febbraio, è proprio il continuo ripresentarsi della pioggia. Giornate incerte e giornate piovose, non c'è niente di strano.
Ed è proprio così che deve essere questa stagione: non ci potrebbe essere primavera senza pioggia. E' in questo periodo che la natura si prepara a prorompere con tutto il suo vigore, che le gemme sono gonfie di vita, che i terreni devono essere nutriti e dissetati... La pioggia per la Terra è come il latte materno per un neonato: la vegetazione non potrebbe farne a meno nel periodo in cui rinasce dopo il lungo sonno invernale.
Sarà che io ho un debole per le precipitazioni in generale, ma trovo che la pioggia primaverile sia nello stesso tempo rilassante e corroborante.
E poi, dove andrebbe a finire il fascino di certe grandi città senza la pioggia? Persino in certe cittadine della nostra zona le giornate di primavera piovose rendono l'ambientazione molto seducente... Posti di lago come Arona, Verbania, Intra, Orta, io le trovo molto più belle in questo
periodo che nelle sfolgoranti giornate di sole estive. Sarà anche perchè c'è meno gente in giro e per le strade si riesce a camminare... Ombrelli colorati, gente nei bar all'aperto delle belle piazzole, riparati dai tendoni o dalle verandine che permettono di vedere il via-vai al di fuori...E la pioggia che riempie l'aria della sua voce, a volte più impetuosa, a volte delicata. La sento picchiettare sui ferri battuti dei cancelli e dei portoni, la sento sciacquettare nelle pozzanghere e nelle fontanelle, la sento scrosciare sulla superficie cupa del lago che manda il suo misterioso forte odore, la sento gocciolare dalle grondaie... e dai giardini e dietro i muriccioli di pietra fa capolino qualche ramo nuovo, di caprifoglio o di roseto con le sue foglioline verdissime, o i tozzi boccioli dei primi fiori di glicine che guardano verso il cielo plumbeo, come bambini che tirano fuori la lingua per acchiappare ogni singola goccia d'acqua...
Per questo ho voluto pensare a una visualizzazione sulla pioggia di primavera. Non ha un preciso scopo terapeutico, ma mi piace pensare di poter in qualche modo onorare questa manifestazione, che su di me ha sempre un effetto calmante e rassicurante.
La ambienterò non in una cittadina di lago, ma nei campi aperti, dove la pioggia è essenziale per la crescita delle piante, degli alberi e delle sementi.
Cammino per i campi. La temperatura è piacevolmente mite.
Si alza una brezza leggera, e per nulla fastidiosa. Il canto degli uccelli sembra farsi sempre più concitato, e alzando gli occhi al cielo vedo che la nuvolaglia si raddensa. Il sole fa capolino solo ogni tanto, gettando sui prati qualche pallido raggio che taglia la prospettiva delle colline in lontananza, e crea degli interessanti giochi di luce. Sulla guancia mi cade una prima goccia.
Per nulla infastidita, continuo la mia camminata con calma.
Comincia davvero a piovere, una pioggia delicata che stende il suo velo su tutta la campagna circostante. Mi guardo intorno piacevolmente sorpresa dal cambiamento della tonalità dei colori. Il colore della prima erba primaverile fra i campi brulli è ora più vivido e audace. Il cielo ha diverse tonalità a seconda della densità delle nuvole, e la sua superficie plumbea inonda il paesaggio circostante di una tinta verdognola.
La pioggia diventa sempre più fitta.
Il profumo che sale dalla terra mi inonda le narici, indefinibile: sa di muffa, di ferro, di muschio, di radici, a volte una zaffata di odore di letame maturo.... ed è buonissimo.
Mi guardo intorno, giro su me stessa e mi stendo sul prato a faccia in su. Con l'aiuto di questa pioggia primaverile mi fonderò con la Terra.
Sento la pioggia picchiettare sul mio corpo. La sento penetrare. La sento mentre m'impregna come una spugna.
Il mio corpo si scioglie piano piano, come fosse fatto di fango. E sciogliendosi diventa una cosa sola con tutto ciò che c'è nel punto in cui ero stesa poco prima.
La mia coscienza si espande, si dilata.
Sono una gemma gonfia, che aspetta il momento di aprirsi.
Sono una foglia, che assorbe l'acqua attraverso ogni sua fibra.
Sono uno stelo d'erba, verde e lucido di pioggia.
Sono un lombrico che scava e si attorciglia, ed ammorbidisce il terreno umido.
Sono un seme turgido a sette centimetri di profondità, pronto ad esplodere alla vita.
Sono la radice di un albero centenario che attraversa la Terra in profondità e in larghezza, e che beve e risucchia tutta l'acqua che può, in queste preziose ore di pioggia.
Sono la Terra stessa, che sotto lo scroscio della pioggia di primavera si disseta, si crogiola e si rinvigorisce.
Resto un po' in questo stato di espansione.
Pian piano la pioggia si fa sempre meno fitta, finchè non smette del tutto. Potrebbe succedere gradualmente come all'improvviso. La nuvolaglia si rarefà, e il sole si affaccia timidamente da un ultimo nembo.
La Terra s'asciuga, e man mano che s'asciuga il mio corpo disciolto riprende forma, si solidifica. La mia coscienza gradualmente si contrae e torna a identificarsi con il corpo.
Mi alzo vivificata, mi guardo intorno e riprendo completamente coscienza di me stessa e di ciò
Le foto di questo post sono state scattate tutte da me, tranne la seconda: s'intitola "Le parapluie de l'"ammore"", l'autore è Talba e proviene dal suo bellissimo album su Flickr.



gridare (in certe versioni addirittura tace (!) quando ha voglia di gridare). Canta quando ha voglia di piangere. Piange quando è felice. Ride quando è spaventata. Anzi, spesso quando si legge la versione abbreviata di questa poesiola, si nota che le parti più sensate ("può controllare guai, sopporta le difficoltà, porta carichi pesanti, mantiene gioia ed amore") vengono sacrificate per indulgere in questo giochetto di parole, che personalmente mi fa davvero accapponare la pelle, ma che a quanto pare piace parecchio.
il bisogno di esternare la sua rabbia (ma quanta ipocrisia ci sarà in quel sorriso?), e che nei momenti in cui ha il sacrosanto diritto di sfogare il suo dolore in un pianto liberatorio... si mette a canticchiare, per fingere che tutto stia andando alla perfezione anche se il mondo le sta crollando addosso.
l'altra metà del genere umano in qualche modo? Non basta essere? Non basta crescere, vivere, andare avanti ed evolversi? E' proprio necessario, ancora oggi, dimostrare qualcosa al sesso opposto? Vantarsi di fronte agli uomini della propria capacità di sottomettersi stoicamente al resto del mondo?
non solo dava fastidio agli uomini ma anche alle altre donne della famiglia... Quante storie di donne che hanno subito violenze domestiche a causa del silenzio-assenso delle parenti più accomodanti, o denigrate, disprezzate, rinnegate e denunciate da altre donne, magari in seguito a un banale litigio, perchè si erano dimostrate troppo poco docili, troppo indipendenti e troppo diverse?
Il primo libro che mi fece appassionare, e che ancora apprezzo e utilizzo più di tutti, è "Curarsi con le erbe", edizioni Demetra. Mi piace molto com'è organizzato.
Un altro libro che ho trovato molto utile è "Enciclopedia delle erbe e delle piante medicinali", di Tina Cecchini, De Vecchi editore.E' un volume strutturato proprio come un'enciclopedia. Qui le erbe (e gli ortaggi che hanno proprietà medicinali) ci sono proprio tutte, anche quelle velenose. Anche il miele fa la sua comparsa, visto che è un ingrediente naturale esclusivo, dalle mille preziose proprietà. Ovviamente sotto la descrizione di ogni erba o pianta medicinale ci sono svariate ricette, che si riferiscono ai vari disturbi del corpo umano. E' bello perchè c'è anche una sezione dedicata agli animali. L'unica pecca è che ci sono poche foto e pochi disegni.
Per chi è interessato a dedicarsi personalmente alla coltivazione delle aromatiche, ancora la Giunti Demetra ha pubblicato un bel volumetto, "Il giardino delle piante aromatiche medicinali", dove potrete trovare molte delle erbe già ampiamente descritte in "Curarsi con le erbe", ma dove la sezione medicinale viene trattata in modo più sintetico per concentrarsi maggiormente sulla parte della coltivazione. Quindi per ogni erba verranno elencati brevemente i principi attivi, le caratteristiche, l'uso in erboristeria e in cucina, quindi, in modo più dettagliato, le modalità della semina, della riproduzione tramite talea, delle temperature ideali per la germinazione, dell'esposizione alla luce, della raccolta e della conservazione. Anche questo libro è corredato di foto, grandi e a colori.
Un altro libro interessante per cimentarsi nella coltivazione delle piante medicinali è "Come coltivare le piante medicinali" di Lucia Mocchetti (De Vecchi Editore), dove, oltre alle aromatiche più comuni, vengono descritte una per una in modo completo (quindi anche in questo caso sia dal punto di vista erboristico che della coltivazione) molte specie, talune abbastanza rare, suddivise in tre categorie: piante medicinali alimentari, erbe medicinali, piante medicinali ornamentali (fra cui anche piante velenose come ad esempio l'oleandro, il mughetto e lo stramonio). Degno di nota è il primo capitolo, dove si parla in modo approfondito di tecniche colturali specifiche come la semina a dimora e il ripicchettaggio, di riproduzione mediante talee, propaggini e stoloni, di terricci e composte particolari, nonchè dei periodi balsamici delle varie piante, dei metodi di preparazione, di essiccamento e conservazione.
Per chi invece vuole dedicarsi alla ricerca delle specie nostrane, consiglio un piccolo libro intitolato "Erbette di prati e boschi. Conoscerle e raccoglierle" di Monia Marin ((Gribaudo Tempolibro). E' una sorta di quadernetto ideale da portarsi dietro durante le passeggiate, con la descrizione dettagliata di tutte quelle erbe utili a cui spesso non facciamo caso... erbe che crescono nel sottobosco, sul limitare dei campi, nei prati, che fuoriescono dai muriccioli di pietra o che fanno capolino sui cigli delle strade sterrate. Non ci sono foto, ma disegni. Portarsi dietro un libriccino come questo, oltre ad aiutarci a diventare abili nel riconoscimento delle erbe, ci permetterà anche di conoscere l'habitat naturale di molte piante che invece spesso ci limitiamo a comprare in erboristeria. Anche qui troverete qualche semplice ricetta di infusi o decotti, e ovviamente le caratteristiche e i principi attivi di ogni erbetta.
Un libro che è una vera miniera di storie, leggende e antiche credenze sulle erbe magiche e medicinali è "La Magia delle Erbe" di T.F. Thiselton-Dyer (Elfi Edizioni). Io l'ho trovato davvero favoloso. Tanto per darvi un'idea della vastità di argomenti che vengono trattati, vi menzionerò alcuni capitoli che mi hanno affascinato in modo particolare, come: Storia e folklore vegetale; Riti e miti vegetali; Le piante del fulmine; Stregoneria vegetale; La demonologia e le piante; Piante, sogni e futuro; Il tempo e le piante; Il linguaggio delle piante; Le piante nella medicina popolare; Storie e leggende. Altri argomenti trattati sono l'uso cerimoniale delle erbe, o la teoria delle segnature, le piante negli incantesimi d'amore... L'unica pecca di questo libro è che non esiste un indice analitico, per cui se si cercano informazioni specifiche su una singola pianta in un dato momento, senza aver già letto il libro per intero non la si troverà tanto facilmente: insomma, non è adatto per una rapida consultazione . D'altra parte questa è anche una buona cosa: se davvero interessa approfondire l'aspetto folkloristico delle erbe magiche è sempre meglio studiarlo in modo articolato e approfondito, e non nozionistico.
Infine vorrei consigliarvi caldamente "I Giardini Incantati. Le Piante e la Magia Lunare" di Devon Scott (edizione Venexia), un testo completo di Stregoneria dedicato in modo particolare alla magia delle piante e della Luna, e alla grande influenza che il pianeta delle Streghe per eccellenza (che nel libro viene introdotto sia dal punto di vista astronomico che astrologico) ha sulla coltivazione delle erbe e il loro utilizzo in ambito magico.
liste, senza però essere in grado di verificare come e perchè una tale erba è utile per la prosperità e una tal altra per un rito di protezione o d'amore.
Infine, per comprendere appieno l'uso magico di una pianta, completiamo la nostra conoscenza e cerchiamo qualche notizia di tipo folkloristico. Raccogliamo materiale di vario genere: leggende, superstizioni, proverbi... e cerchiamo di capire come le credenze dei nostri antenati trovano riscontro con le proprietà fisiche, mediche ed energetiche che sono emerse dalla nostra osservazione.
tempi passati, a carpire i segreti magici delle piante e delle erbe che usavano per i loro rituali e per i loro incanti? Probabilmente vi si accostarono con amore, stupore e reverenza, e instaurarono con esse un'empatia, cercando di coglierne l'essenza profonda.
Se guardate qua di fianco, l'incisione è quella a sinistra, mentre a destra c'è una foto che mostra come la foresta si presentava nel momento in cui vi giunse Osseg. Anche le due immagini qui sotto sono di una somiglianza incredibile: l'incisione, a sinistra, tratta dall'edizione Dorfeldt delle "Fiabe del Focolare"(1818) aiutò Osseg a rintracciare il posto preciso dove sorgeva il rifugio della "strega", mentre a destra c'è una foto (scattata prima degli scavi il 10/7/72) del luogo
dove furono rinvenuti i resti del muro maestro della casa. Il muricciolo in primo piano a sinistra è un resto dell'imboccatura del pozzo (queste immagini sono tratte dal libro di Alberto Mari precedentemente menzionato).
risolvere il problema alla radice: insieme a sua sorella Greta andò a rintracciare di persona Katherina e la uccise.
Siamo davanti al Focolare, ma è un po' che non vi racconto una bella storia.
bruciata il 6 di gennaio sotto forma di fantoccio, per rappresentare la fine dei rigori invernali e per propiziare una nuova stagione di abbondanza. 

